CRINE.

Horse-hair - Crin - Rosshaar.

Con questo nome si designa il pelo della coda e della criniera del cavallo e talvolta anche quello della coda del bue e di altri animali. Il pelo più lungo, della coda, che può arrivare a più di un metro, è il più pregiato : esso viene assortito secondo il colore e la lunghezza e si usa per gli archetti di strumenti musicali, per fare tessuti (da solo o misto a lana), filtri, setacci, spazzole, pennelli, cappelli per signora, ecc. Il pelo della criniera si impiega invece per fare imbottiture. In commercio, il crine trovasi spesso lavato con acqua calda ed allora si arriccia e si foggia intrecciandolo a guisa di corda (crine arricciato).

Il crine si distingue, a seconda della provenienza, in crine di Francia (Champagne, Piccardia, Soisso-nais) ; crine d'America (La Plata, Uruguay, Rio Grande), il quale si classifica in buona miscela, miscela ordinaria, miscela scadente, secondoché prevalgono più o meno i peli della coda o quelli della criniera; crine d'Irlanda ; di Germania ; della Siberia ; della Cina, ecc.

Il crine può trovarsi anche colorato artificialmente in nero per farlo apparire in una tinta uniforme; quello tinto si distingue da quello naturale facendolo bollire con alcool contenente il 10% di acido cloridrico, il quale si colora in bruno col crine tinto e non si colora con quello naturale. Il crine si falsifica con barbigli di balena o con fibre vegetali tinte in nero; tali frodi si riconoscono per mezzo di un'osservazione microscopica o con un trattamento con acido solforico, che scioglie le fibre vegetali. Al microscopio il vero crine si presenta come un cilindro ricoperto da squamette sovrapposte a guisa di tegole e poco trasparente a motivo della sua grossezza (80÷400 µ). Si fanno ora imitazioni del crine a base di acetato di cellulosa, nailon, ecc., che vanno in commercio col nome di crine artificiale, crinol, laminette artificiali, e che si usano per fare trecce da cappelli, guarnizioni, nastri, ecc.